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Geografia antropica |
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Provincia di Brindisi - Territorio di Brindisi | |||||||||||||||||
UrbanisticaOrigineDa un punto di vista urbanistico, la città conosce i più antichi segni di antropizzazione nel territorio sul promontorio di Punta le Terrare, un'area costiera esterna al porto, ma si deve ai Messapi la formazione di una città nell'area dell'attuale centro urbano. Dell'impianto urbanistico della città messapica e di altre emergenze (la presunta agorà, i templi, le porte) non è si hanno riscontri archeologici certi: gli scavi occasionali hanno restituito soprattutto tombe. Periodo romanoDopo che a Brindisi fu dedotta una colonia romana (244 a.C.), la città conobbe una espansione urbanistica notevole per lo sviluppo economico e sociale che ne conseguì. Secondo Plinio il Vecchio Brindisi era una delle più importanti città italiane (Brundisium ... in primis Italiae portu nobile). MedioevoDurante l'alto Medioevo Brindisi subì un forte declino; dopo che fu devastata dai Goti nel (VI secolo), Procopio la descrive come una piccola città senza mura difensive: l'abitato si restrinse in un ambito più piccolo, probabilmente attorno al tempio di San Leucio, fuori dal centro antico. Il porto fu abbandonato per alcuni secoli. La rinascita avvenne con l'ultima dominazione bizantina (XI secolo) e soprattutto coi Normanni e con gli Svevi (XII e XIII secolo), quando diviene scalo privilegiato per le Crociate e per tutti i traffici con l'Oriente. Successivamente la città si sviluppò intorno alla "rua maestra" (le attuali via Consiglio, piazza Sedile, via Fornari, largo Angeli e via Carmine), sulla quale si affacciavano i più importanti edifici privati cittadini. La città era divisa in tre rioni o "pittachi": Santo Stefano (nelle vicinanze delle colonne), Sant'Eufemia (nella zona di Santa Teresa) e San Toma (nella zona di Santa Lucia). Se il passaggio della peste del 1348 e le seguenti discordie cittadine furono devastanti per Brindisi, il fatto che portò al collasso la città fu l'inopportuna ostruzione del canale di accesso al porto per timore di un attacco dal mare da parte dei Veneziani (1446): il conseguente impaludamento delle acque spopolò Brindisi. Sotto gli Aragonesi e gli Spagnoli, i maggiori sforzi furono rivolti essenzialmente intorno alle fortificazioni (mura, castello di terra e forte a mare) e a fornire agevolazioni a popolazioni di immigrati (soprattutto greci, albanesi e slavoni). Epoca modernaSolo attraverso la riapertura del canale Pigonati (1775) la città conobbe un nuovo slancio che si riaprì ai traffici con l'Oriente soprattutto grazie alla istituzione della Valigia delle Indie sul finire dell'Ottocento. Epoca contemporaneaLo sviluppo demografico e urbanistico del Novecento ha portato al nuovo disegno della città moderna sovrapposta a quella antica a costo di sventramenti e demolizioni (quartieri delle Sciabiche, di San Pietro degli Schiavoni, Teatro Verdi, Torre dell'Orologio). Oggi una nuova concezione urbanistica, per quanto tardiva, consente di programmare gli insediamenti di maggiore impatto architettonico fuori dal centro storico. Nel frattempo la città si espande oltre le mura del centro storico costituendo nuovi quartieri periferici: Commenda, Cappuccini, Sant'Angelo (negli anni 1950-1970) e poi Santa Chiara, Sant'Elia, Bozzano (anni 1980-2000). Suddivisioni amministrativeLe circoscrizioni del comune di Brindisi:
FrazioniTuturano è l'unica frazione di Brindisi abitata tutto l'anno. Sorge a 10 km a sud della città nella Piana di Brindisi e conta circa 4500 residenti. La frazione sconta la presenza, a pochi chilometri dall'abitato, da una delle centrali termoelettriche più grandi d'Europa: la centrale Federico II di proprietà dell'Enel.
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